Incontri con le voci dell'Archeologia - Il balneum di Populonia dallo scavo alla valorizzazione
Polo Universitario Grossetano
Comune di Grosseto
Giovedì 20 aprile alle ore 16 presso l’Aula Magna della Fondazione Polo Universitario Grossetano in via Ginori, 43 ci sarà un nuovo appuntamento con il progetto “Incontri con le voci dell’archeologia”, nato dalla collaborazione tra la Fondazione Polo Universitario Grossetano, il Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali dell’Università di Siena e l’Associazione Archeologica Maremmana allo scopo di divulgare i risultati delle ricerche svolte sul territorio.
Il tema sarà “Il balneum di Populonia dallo scavo alla valorizzazione”; ne parleranno Stefano Camporeale e Cynthia Mascione, moderati da Mara Sternini, Professore Associato di Archeologia Classica dell’Università di Siena.
Stefano Camporeale insegna Archeologia Classica all'Università di Siena, è stato ricercatore all'Università di Trento, Marie Curie Fellow all'Ecole normale supérieure de Paris ed ha conseguito il dottorato di ricerca all'Università di Siena. Le sue ricerche si concentrano principalmente sulle tecniche di costruzione e sui cantieri edili del periodo romano, ma generalmente comprendono l'archeologia e l'architettura greca e romana, l'archeologia delle antiche province mediterranee e romane, il Nord Africa nell'antichità, Roma imperiale, l'archeologia della produzione, la cultura materiale, le risorse informatiche per l'archeologia classica (banche dati). Ha realizzato diversi progetti in Italia e in altri paesi europei e mediterranei, in particolare in Marocco, dove ha anche condotto ricerche di dottorato sulle tecniche di costruzione di tre città antiche (Thamusida, Banasa, Sala). Ha poi lavorato sull'edilizia pubblica e privata e sui cantieri di altri centri in Marocco (Lixus, Volubilis), Grecia (Efestia-Lemnos), Egitto (Dionysias-Fayoum), Spagna (Merida), Roma (Palatino).
Cynthia Mascione, laureata in Lettere e Filosofia con indirizzo archeologico presso l’Università di Firenze nel 1986, è stata tecnico laureato all’Università di Siena responsabile del Laboratorio di Disegno e documentazione archeologica del Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali. Ha coordinato le attività di ricerca sul campo e i laboratori post-scavo nell’ambito del Progetto di ricerca e valorizzazione dell’acropoli di Populonia fin dal 2001. Ha inoltre affrontato lo studio delle cave di materiale da costruzione, delle mura dell’acropoli, dello scavo delle terme sul Poggio del Telegrafo, coordinando anche l’allestimento dei pannelli per i nuovi percorsi turistici del Parco archeologico dell'acropoli). I suoi principali ambiti di ricerca sono: gli impianti produttivi per la ceramica romana, lo sfruttamento delle cave antiche e il loro rapporto con l’edilizia; l’architettura templare, le mura urbiche. Ha partecipato a numerose missioni in Marocco, nei siti di Thamusida (studio delle terme pubbliche), Lixus (studio dei circuiti murari) e Volubilis (studio delle terme del cosiddetto Palais de Gordien).
“Il balneum scavato sul poggio del Telegrafo dell’acropoli di Populonia, datato tra la fine del II e gli inizi del I secolo a.C., rappresenta uno dei più antichi edifici termali in Etruria.” – spiegano i responsabili dello scavo il professor Camporeale e la dott.ssa Mascione – “Originariamente l’edificio era incluso in un più ampio complesso monumentale, forse un santuario, chiamato “Le Logge”, che occupava la pendice della collina, tagliata e regolarizzata, affacciandosi verso nord in vista dei monumenti pubblici della città, del golfo di Baratti e delle colline dell’entroterra. Il balneum presenta caratteristiche peculiari a partire dallo stato di conservazione delle murature che arriva a un’altezza di oltre 3 metri. L’edificio non è molto grande, ma è razionalmente progettato: un corridoio di accesso immetteva nel primo ambiente a temperatura fredda o tiepida con vasca in terracotta per bagno singolo. Si accedeva poi a una piccola stanza circolare per la sauna e al corridoio che portava nel caldario. Tutto il pavimento della sala calda era ricoperto da un mosaico colorato, distrutto dopo l'abbandono dell'edificio, ma rimasto intatto nella piccola abside, che ospitava un bacino di acqua fresca. Qui il mosaico è decorato con onde, delfini e busti di neri, realizzati in vivace policromia. All’esterno si trovavano l’ambiente di servizio con il prefurnio e latrina annessa. Durante lo scavo, la rimozione della terra frammista ai crolli delle murature in pietra, ai frammenti di mosaici e di pitture parietali, sono state messe in luce anche labili ma importanti fasi di frequentazione medievale.” – e concludono – “Il racconto della scoperta del balneum arriverà fino al lavoro di pubblicazione, tuttora in corso, mentre si è appena concluso il progetto di valorizzazione del monumento, nell’ambito dei percorsi turistici del Parco archeologico di Baratti e Populonia, gestito dalla Società Parchi val di Cornia.”
L'ingresso è libero e gratuito