Il malato immaginario di Molière
Teatro degli Industri
Comune di Grosseto
IL MALATO IMMAGINARIO di Molière
commedia in costume diretta e interpretata da Giacomo Moscato
con Eleonora Guelfi, Anna Russo, Beatrice Piazzini, Pietro Begnardi, Filippo Bonifazi, Maria Vittoria Ambrosini, Fabrizio Bonifazi, Niccolò Tuttini e Maria Soldateschi.
I biglietti dello spettacolo sono già disponibili in prevendita, al costo di € 10,00, presso l'edicola "La Pace" di Grosseto, in via della Pace.
Si tratta del terzo dei sette spettacoli organizzati dal Laboratorio Teatrale Ridi Pagliaccio in occasione del 25° anniversario della sua costituzione, avvenuta il 9 novembre 1994, e del secondo spettacolo della rassegna "Il Teatro Visibile" organizzato dalla FITA-Grosseto in co-organizzazione con il Comune di Grosseto.
LO SPETTACOLO:
Da molti ritenuto - ed a nostro avviso a ragione - il capolavoro assoluto del teatro di Molière, Il malato immaginario (1673) narra le disavventure di un anziano ipocondriaco (Argan), padre di una bella figlia (Angélique), marito di una donna opportunista e fedifraga (Béline) e vittima di uno sciame di dottoroni-avvoltoi salassatori e ciarlatani. I guai cominciano quando, con un patto di matrimonio arbitrariamente siglato, Argan promette la figlia in moglie ad un giovane - quanto babbeo - dottorino di fresca laurea, in modo così da potersi garantire un sereno (...e gratuito) futuro di consulti e di ricette. L’ostilità della figlia, segretamente innamorata di Cléante, e la calcolata ingerenza della moglie, algida esecutrice di un piano truffaldino, finiscono per spingere il povero Argan in una fitta trama di inganni, di equivoci, di burle e di finzioni, giocate - per lo più - sulla sua stessa burbera ed inguaribile ingenuità.
Si tratta, con tutta evidenza, di un atto di accusa graffiante e spietato contro il Seicento dei soprusi culturali e patriarcali, contro le ipocrisie e le logiche di interesse, contro la falsità e gli sterili moralismi, ma il tutto - come nella migliore tradizione molièriana - avviene in un clima di festosa e scoppiettante ilarità, come sospinto da quel vento gioioso e giocoso, brioso e funambolico tipico della Commedia dell’Arte (del resto chi è Argan se non un Pantalone circondato da servette, innamorati giovani e dottori?). E, di fatto, è proprio da quest’ultimo assunto che prendono avvio le prioritarie linee direttrici di questo innovativo adattamento scenico: basandosi su un’idea di regia vistosamente protesa verso il recupero del geniale ed inesauribile patrimonio comico e satirico dell’opera, la messinscena - attraverso la vivacità dell’intreccio e le sue gustose pirotecnie attoriali (i lazzi, i giochi di parole, i virtuosismi...) - risale all’idea primordiale, agli intenti critico-demolitori, ai presupposti culturali e finanche intellettualistici dell’autore, pur rimanendo estremamente accessibile, divertente, coinvolgente, piacevole... insomma, come il teatro di Molière non dovrebbe mai dimenticare di essere. (Giacomo Moscato)