L'enigma della Sirena. Sovana etrusca e medievale

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Alla scoperta di Sovana, dai demoni scavati nel tufo nelle necropoli etrusche alle simbologie cristiane del duomo di San Pietro
Un percorso tra arte e magia, tra etruschi e medioevo, tra demoni pagani e cavalieri cristiani pronti a combatterli, nella cornice di uno dei borghi più belli d'Italia, rimasto immutato nei secoli.

 

Sovana sorge su una rupe di tufo vulcanico, ai margini di un vasto altpiano attraversato da frequenti profonde e ripide forre dove scorrono fiumi. La rupe di Sovana è solcata profondamente da due fossi, Calesine e Picciolana, che poco oltre confluiscono nel Fiora.

Questa città fu importante in epoca etrusca, contnuò ad autogovernarsi in epoca romana e mantenne l’indipendenza in epoca longobarda. Per lungo tempo fu il centro del vasto feudo degli Aldobrandeschi, per oltre un milennio fu sede vescovile e nel 1240 fu capace di far fronte all’esercito di Federico II e sostenerne l’assedio… per arrivare ad essere dichiarata inabitabile nel 1544!

Numerose sono le vie cave etrusche, misteriosi percorsi di comunicazione e mistici, che si dipartono dall’abitato. Le necropoli sono talmente imponenti ed elaborate da rappresentare un monumento unico nell’Etruria. Di notevole pregio e rilevanza storica sono la tomba della Sirena, la tomba Ildebranda, quella dei Tifoni e la tomba Pola, tutte ricavate scavando gli elementi architettonici direttamente nel tufo delle rupi. Uscendo dal borgo incontriamo le dolci colline toscane, che si alternano ai profondi dirupi scavati da innumerevoli piccoli corsi d’acqua. I boschi lasciano il passo a uliveti, vigneti, coltivi e pascoli, zone privilegiate di produzione enogastronomica di rilievo.